categoria | Diritti umani, Pedofilia, Pedopornografia, Prostituzione Minorile, Situazioni belliche, Snuff movie, Terrorismo, Vittimologia

Donna,vittima sotto ogni bandiera

Inserito il 04 agosto 2017 da Maria Rosa DOMINICI

Ieri sera su Rai 3,un documentario di Nima Sarvestani “Prison Sisters “sulle traversie e gli orrori di ragazze di quei luoghi in cui in nome di Halla si commettono massacri,martiri,lapidazioni,una di esse riesce ad ottenere asilo in SvEZIA,L’ALTRA PUR RIMASTA VIVA DOPO VIOLENZE INAUDITE,RITROVATA SOPRAVVIVE COME PROSTITUTA,NEGLETTA DALLA FAMIGLIA E DALLA SOCIETà…ENTRAMBE COMUNQUE VERRANNO RI-INGHIOTTITE DALLA TRADIZIONE CULTURALE,QUELLA IN sVEZIA RAGGIUNTA DAL MARITO RITORNA ALLA SUA VITA DI DONNA,MOGLIE E MADRE INVISIBILE,COSI QUELLA RIMASTA IN QUEL PAESE SCOMPARE PER LA VERGOGNA,PER LORO NEANCHE LA FORZA E LA SPERANZA NELL’AIUTO ALTRUI…
MA CHE DIRE?!
OGGI IN ITALIA,IL GRUPPO DI RAGAZZINI CHE STUPRANO LA COETANEA QUINDICENNE,
OGGI IN ITALIA LA RAGAZZINA VIOLENTATA IN UN GARAGE X ANNI DA 2 ADULTI,ANCHE LEI SCHIAVA DI UNA PAURA E VERGOGNA CHE L’HA RESA VITTIMA…
l’USO INDEGNO,CRIMINALE E PERVERSO DELLE FOTO DEI BAMBINI PUBBLICATE SU FB…SI CREANO BOOK X PEDOFILI,DIVENTANO OGGETTI DA MASTURBAZIONE…CRUDO CIO’ CHE DICO,PAURA DELLE PAROLE? MA IN CHE INCANTESIMO MALEFICO E NICTOMORFO è CADUTA L’UMANITA’?!MI SPIACE SE TURBO QUALCUNO…MA QUESTA E’ LA VERITA’…
NON DOBBIAMO ANDARE LONTANO,IN TERRE MARTORIATE X COMMUOVERCI,INDIGNARCI,ARRABBIARCI…è COSI…è IL DESTINO DELLE DONNE,DEI BAMBINI,DEI DEBOLI…VITTIME PREDESTINATE,PRIVE DI AMORE ,DI SOSTEGNO DI PROTEZIONE,PENSO ALLE BIMBE DI FORTALEZA…SPINE NEL MIO CUORE E NELLA MIA MENTE,MENTRE LO SCRIVO CONFONDO LACRIME CON GOCCE DI SUDORE…MA E’ COSI
FEMMINICIDI,,FIGLICIDI,INFANTICIDI,SACRIFICI UMANI NEL FIORENTE MONDO DEGLI SNUF MOVIES, PROFITTI,SILENZI,OMERTA’,VALORI DISTORTI,SENTIMENTI CONFUSI,PORNOGRAFIA AD USO QUOTIDIANO E DOMESTICO,MONDO VIRTUALE SEMPRE PIU’ EMULATO,SESSO MALATO E PERVERSO DALLE MILLE SFUMATURE DI GRIGIO PATINATE ALLE IMMONDIZIE UMANE…TRISTEZZA…
MI SPIACE,ALLE VOLTE MI SENTO AFFRANTA E….CON SENTIMENTI DI COLPA PERCHE’ TUTTE ,TUTTI DOVREMMO AVERE DIRITTO AD UNA VITAIN CUI IL RISPETTO PREVALE.. IO.DONNA,MOGLIE E MADRE FORTUNATA
grazie maria rosa dominici

“Il pianto di Nadia Murad scampata al massacro della sua famiglia e alla prigionia degli esaltati omicidi dell’Isis, le sue parole di fronte all’assemblea delle Nazioni Unite, si perdono tra le sabbie e le rovine della piana di Ninive. Colpirono il mondo ed ebbero grande risonanza i racconti di questa ragazza che svelava gli orrori dello Stato islamico, gli eccidi di massa e il particolare accanimento contro le donne, meglio se giovanissime. Ma a tre anni esatti dal massacro di Sinjar (3 agosto 2014) c’è un intero popolo che vaga in una terra di nessuno al confine tra Iraq, Siria e Turchia. Con Mosul alle spalle. Qui si pratica lo schiavismo. Vuoi una ragazzina che da quel momento è carne da macello al servizio delle tue perversioni? Bastano 1500 dollari, lo stipendio di un senior o un responsabile italiano di call center. Il documento recuperato a Mosul l’anno scorso, pubblicato dal reporter di Huffington Post Steven Nabil e di recente ripreso da Avvenire, mostra la burocrazia dell’orrore.
La firma con le impronte digitali

Nel contratto di schiavitù si parla della cessione dei diritti di proprietà di una ragazza di 20 anni, “sottile e con gli occhi color miele”, venduta ai suoi carnefici con tanto di scrittura tra le parti, firme autografe, timbri del Califfato e sigilli apposti sul foglio con due impronte digitali. A garanzia della transazione. E’ la fine che fanno troppe donne cadute nelle mani del Califfato, inferocito dalla progressiva sconfitta sul terreno. Sono oltre seimila le donne e i bambini rapiti dagli esaltati dell’Isis durante il massacro di Sinjar, che ha fatto in poche ore 3000 morti. Nadia Murad parlò di questi orrori, tra le lacrime. Tre anni dopo la situazione è cambiata solo in minima parte. Restano più di tremila schiave da liberare, e decine di migliaia di persone in fuga da un Paese nel caos, schiacciate alla frontiera curdo-siriana.
Meglio morire in battaglia

Fecero altrettanto scalpore le immagini del viso devastato di Lamiya Aji Bashar, la giovanissima donna curda yazida rimasta per mesi nelle mani degli schiavisti stupratori dell’Isis. Ripresa più volte dopo i suoi tentativi di fuga, e ogni volta sottoposta a punizioni disumane. Chi sopravvive alla prigionia torna dai suoi parenti, quando riesce, in condizioni fisiche e soprattutto psicologiche critiche: mutismo, catatonia, sdoppiamento della personalità per reagire all’orrore, convulsioni, attacchi di panico, assenza di sonno. Gli yazidi sono disprezzati dall’Isis e guardati con sospetto da altre genti arabe. Perseguono la parità tra sessi propugnata da Ochalan, venerano un dio che ha creato sette spiriti prima di fare il mondo come lo conosciamo, tra questi dei è compreso il Male, l’equivalente del nostro Satana, che però nella loro visione mistico esoterica ha spento l’inferno e va a redimersi. Ma tant’é, nelle approssimazioni dei media occidentali spesso gli yazidi sono stati frettolosamente ed erronemente chiamati satanisti. E’ un popolo senza stato e senza terra abituato a fuggire da persecuzioni e massacri, ma anche a battersi.
parti, firme autografe, timbri del Califfato e sigilli apposti sul foglio con due impronte digitali. A garanzia della transazione. E’ la fine che fanno troppe donne cadute nelle mani del Califfato, inferocito dalla progressiva sconfitta sul terreno. Sono oltre seimila le donne e i bambini rapiti dagli esaltati dell’Isis durante il massacro di Sinjar, che ha fatto in poche ore 3000 morti. Nadia Murad parlò di questi orrori, tra le lacrime. Tre anni dopo la situazione è cambiata solo in minima parte. Restano più di tremila schiave da liberare, e decine di migliaia di persone in fuga da un Paese nel caos, schiacciate alla frontiera curdo-siriana.
Meglio morire in battaglia e ammazzarne il più possibile di quei posseduti dalla sharia.

Così sono nate le unità militari tutte al femminile, come l’YPJ (Women Protection Units, cioè Unità di protezione delle donne) impegnate a cacciare via l’Isis dalle terre da cui sono state strappate. C’è anche il loro contributo nella controffensiva partita nell’inverno di tre anni fa, un’avanzata progressiva mentre le bandiere del Califfato si ritirano, in rotta. Così è tornata libera Sinjar nel 2015, così è stata liberata neanche un mese fa Mosul. Sul campo di battaglia, ragazzine e donne soldato, con in testa le immagini delle loro mamme, figlie e sorelle straziate dallo Stato islamico. ”
di CRISTIANO SANNA,
tratto da T NEWS

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Maria Rosa DOMINICI

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psicologa,psicoterapeuta vittimologa,membro dell'Accademia Teatina delle Scienze,della New York Academy ofSciences,dell'International Ass. of Juvenile and Family Court Magistrates,della Società Italiana di Vittimologia,della W.S.V.,dell'Ass.internazionale di Studi Medico Psico Religiosi.,docente di seminari di sessuologia, criminologia e vittimologia in università Italiane e straniere,esperta per progetti Daphne su tratta di minori e sfruttamento sessuale,creatrice del progetto Psicantropos,autrice di varie pubblicazioni,si occupa di minori e reati ad essi connessi da 40 anni.

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