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(Italiano) Le vittime infantili…. e i mostri adulti

Posted on 18 November 2012 by Maria Rosa DOMINICI

Sorry, this entry is only available in Italian.

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Maria Rosa DOMINICI

About

psicologa,psicoterapeuta vittimologa,membro dell'Accademia Teatina delle Scienze,della New York Academy ofSciences,dell'International Ass. of Juvenile and Family Court Magistrates,della Società Italiana di Vittimologia,della W.S.V.,dell'Ass.internazionale di Studi Medico Psico Religiosi.,docente di seminari di sessuologia, criminologia e vittimologia in università Italiane e straniere,esperta per progetti Daphne su tratta di minori e sfruttamento sessuale,creatrice del progetto Psicantropos,autrice di varie pubblicazioni,si occupa di minori e reati ad essi connessi da 40 anni.

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10 Responses to “(Italiano) Le vittime infantili…. e i mostri adulti”

  1. Maria Rosa Dominici says:

    sgomento…tanto…troppo come può crescere dentro il consorzio umano , un mostro cosi estremo, terribile e…potente tanto da non essere sradicato…vi sono sempre dei segnali anticipatorii…perchè non vengono colti..perchè si deve giungere all'estremo del sacrificio umano….'

  2. Maria Rosa DOMINICI Maria Rosa DOMINICI says:

    ..è talmente atroce che come potete vedere…non riesco neanche a condividerlo piu’ di tanto come al solito…lo farò …ma in questo momento non me la sento proprio mi tornano in mente troppi casi visti e vissuti da vicino

  3. Karinne BRAGA FERREIRA karinne says:

    i mostri adulti sn tante volte i genitori stessi. Nel caso in tela, il padre. Bisogna, però, ricordare che (nn è questo caso) molte volte le mamme sono consapevole (o “hanno la sensazione che qualcosa nn andava”) e il loro silenzio nel proteggere il loro figli fa sì che i “mostri” (papà, nonni, zii, cugini) agiscano. Il fatto che una donna abbia soltanto la sensazione che il figlio è abusato, minacciato o qualsiasi altro comportamento strano, deve avere il potere di farla parlare, andare fino in fondo e cercare la verità. Purtroppo, questa azione esige tanto coraggio e vero prendere in mano l’ educazione e protezione, senso di dovere, di rispetto e amore responsabile per i propri figli. E nn cè l’ hanno tutti, purtroppo…

    • Maria Rosa DOMINICI Maria Rosa DOMINICI says:

      Vi è un meccanismo di difesa che ormai viene definito NEGAZIONISMO…ossia se io dico che non può accadere perchè è troppo inconcepibile…non è accaduto.
      L’incesto ,la violenza sessuale sui minori è ancora un tabu’ che la società continua a preservare…anche di fronte all’evidenza del fatto
      La repulsione verso comportamenti cosi perversi fa si che il genitore,altro, diventi complice dell’orribile segreto,che si difenda pensando che non sta accadendo proprio a lui/lei…o nella sua famiglia…ma spesso è proprio cosi.
      Ci sono casi in cui anche l’altro genitore di fatto è abusante fisicamente o psicologicamente…una madre in aula ad una figlioletta che le disse “mamma ma tu sapevi,tu vedevi ,te lo avevo detto…” rispose “io senza te posso vivere ,senza tuo padre no…”
      oppure ancora altra madre”…cosi con voi si scaldava…poi era pronto per me”…”guardate ,cosi imparate ..quando sarete piu’ grandi”
      Non stupitevi o scandalizzatevi queste sono parole che io stessa ho trascritto ascoltando dei minori…che non erano nè mitomani nè bugiardi

  4. i mostri adulti sn tante volte i genitori stessi. Nel caso in tela, il padre. Bisogna, però, ricordare che (nn è questo caso) molte volte le mamme sono consapevole (o “hanno la sensazione che qualcosa nn andava”) e il loro silenzio nel proteggere il loro figli fa sì che i “mostri” (papà, nonni, zii, cugini) agiscano. Il fatto che una donna abbia soltanto la sensazione che il figlio è abusato, minacciato o qualsiasi altro comportamento strano, deve avere il potere di farla parlare, andare fino in fondo e cercare la verità. Purtroppo, questa azione esige tanto coraggio e vero prendere in mano l’ educazione e protezione, senso di dovere, di rispetto e amore responsabile per i propri figli. E nn cè l’ hanno tutti, purtroppo…

  5. Valentina Gordini says:

    Spero di pubblicare nella parte giusta… per chi lotta, per chi non ha ancora iniziato e per chi ha vinto.
    Convinta di esporre anche la mia esperienza di analisi. Traumi accumulati in anni passati ma con cicatrici invisibili portate alla superficie al giorno d'oggi.
    Mai abbassare lo sguardo. La vita è la nostra.
    Questo è il frutto di un lavoro, e lo dedico a chi come me è stato sul Ring:
    "Penso chiaramente che questo ring sia il palco scenico della mia vita, se non della mia personalità. Vedo da fuori quello che è accaduto dentro di me ed è ciò che sto tentando di fare in questo percorso: da spettatrice cercare di capire cosa è successo. Riconosco la grossa scena di violenza, di accanimento su qualcuno che di colpe non ne aveva, e a questo associo tante altre situazioni. L'essere “cattiva” il sentirsi “non buona” durante le mia vecchi crisi di panico, il fare male a qualcuno (a me stessa) pur non volendo, quello che si è sentito il pugile grande. E il conseguente senso di colpa e di disorientamento.
    Questa scena di violenza la vedo come l'uragano che si è scatenato nel mio fisico quando il mio corpo ha iniziato e gettare fuori tutti i suoi disagi. Situazioni e traumi mascherati da qualcosa, il mio “compito” è proprio quello di smascherarli e arrivare alla fonte ma ancora oggi non ci arrivo. Per questo sono un po' demoralizzata, i visi che smaschero in questa immagine non li conosco e non li associo. Se non per il semplice fatto che un uomo maltratti una donna, un essere più piccolo e minuto di lei e chiaramente indifeso. Questa associazione è palese.
    Ritrovo l'istinto di protezione, il bisogno di sistemare ogni cosa e aiutare chiunque sia a in difficoltà.
    Protezione e difesa di chi risulta senza dubbi il carnefice dell'accaduto. Difendere comunque tutti è ciò che ho sempre fatto, facendomi una ragione delle mancanze della mia famiglia.
    Posso anche vederla in questo modo e credo molto in questo: sono sempre io, che maltratto me stessa (non difendendomi) quindi la carnefice, sono sempre io che vengo maltratta e traumatizzata da tante situazioni e sono sempre io che vado in soccorso in questo caso di me stessa."
    Forza, orgoglio, consapevolezza, amore, sincerità, stima, umiltà, empatia e tanta voglia di vivere.

  6. valentina says:

    Spero di pubblicare nella parte giusta… per chi lotta, per chi non ha ancora iniziato e per chi ha vinto.
    Convinta di esporre anche la mia esperienza di analisi. Traumi accumulati in anni passati ma con cicatrici invisibili portate alla superficie al giorno d’oggi.
    Mai abbassare lo sguardo. La vita è la nostra.
    Questo è il frutto di un lavoro,e lo dedico a chi come me è stato sul Ring:
    “Penso chiaramente che questo ring sia il palco scenico della mia vita, se non della mia personalità. Vedo da fuori quello che è accaduto dentro di me ed è ciò che sto tentando di fare in questo percorso: da spettatrice cercare di capire cosa è successo. Riconosco la grossa scena di violenza, di accanimento su qualcuno che di colpe non ne aveva, e a questo associo tante altre situazioni. L’essere “cattiva” il sentirsi “non buona” durante le mia vecchi crisi di panico, il fare male a qualcuno (a me stessa) pur non volendo, quello che si è sentito il pugile grande. E il conseguente senso di colpa e di disorientamento.
    Questa scena di violenza la vedo come l’uragano che si è scatenato nel mio fisico quando il mio corpo ha iniziato e gettare fuori tutti i suoi disagi. Situazioni e traumi mascherati da qualcosa, il mio “compito” è proprio quello di smascherarli e arrivare alla fonte ma ancora oggi non ci arrivo. Per questo sono un po’ demoralizzata, i visi che smaschero in questa immagine non li conosco e non li associo. Se non per il semplice fatto che un uomo maltratti una donna, un essere più piccolo e minuto di lei e chiaramente indifeso. Questa associazione è palese.
    Ritrovo l’istinto di protezione, il bisogno di sistemare ogni cosa e aiutare chiunque sia a in difficoltà.
    Protezione e difesa di chi risulta senza dubbi il carnefice dell’accaduto. Difendere comunque tutti è ciò che ho sempre fatto, facendomi una ragione delle mancanze della mia famiglia.
    Posso anche vederla in questo modo e credo molto in questo: sono sempre io, che maltratto me stessa (non difendendomi) quindi la carnefice, sono sempre io che vengo maltratta e traumatizzata da tante situazioni e sono sempre io che vado in soccorso in questo caso di me stessa.”
    Forza,orgoglio, consapevolezza, amore, sincerità, stima,umiltà, empatia e tanta voglia di vivere.
    V.G.

    • Maria Rosa DOMINICI Maria Rosa DOMINICI says:

      cara Valentia…è nel leggere parole come le sue,ciò che ci ha regalato con tanta generosità e dignità che sento di aver colto nel giusto volendo un sito la cui centralità è nel focalizzare l’attenzione alla vittima in modo che non si possa piu’ dire…LA VITTIMA E’ SOLA…noi tutti dobbiamo esserci…e dobbiamo lottare per creare la cultura del GARANTISMO ALLA VITTIMA…NON E’ LEI CHE DEVE PROVARE VERGOGNA E NASCONDERSI..LO SONO I CARNEFICI,GRAZIE LEI HA FATTO CON QUESTO ATTO DEL GRANBENE A TANTI E TANTE…GRAZIE DI CUORE


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