categoria | Ambientale, Criminologia, Culturale, Diritti umani, In primo piano, Sociali, Vittimologia

Da San Bellino conclusioni e progettualità

Inserito il 18 maggio 2015 da Maria Rosa DOMINICI

Sono passati alcuni giorni dalla conclusione a San Bellino del,
primo Festival della Sicurezza,,ma l’entusiasmo per i contenuti e le progettualità emerse è ancora intenso.
Tutto si è svolto nella bellissima cornice di Villa Adriana,messa a disposizione dai proprietari,i fratelli Tomanin,eccellenti maestri d’arte ,vetrai.
Gli argomenti del 7 maggio,vertevano su”Formazione,cultura della sicurezza e qualità della vita”con interventi della prof.ssa Roberta Bisi, professore ordinario di Sociologia Giuridica della devianza e mutamento sociale, Università di Bologna,del dott.Pierpaolo Romani componente della Commissione Antimafia e direttore di”Avviso Pubblico “, del dott. Stefano Rossi,comandante Polizia Locale Comune di Ravenna e della dott.ssa Raffaella Sette, professore associato di Sociologia Giuridica della devianza e mutamento sociale,tutti cosi coinvolgenti da suscitare un dibattito finale che ha ,ancor piu’ motivato il sindaco,
Aldo D’Achille al prossimo incontro,per il secondo festival che verterà sulle Vittime e la Vittimologia,cosi profondamente caldeggiato dal prof.Balloni e da me stessa,percependo per la prima volta una sensibilizzazione ed attenzione che porterà dalle parole ai fatti.
Fatti e non parole sono già presenti nella nascita della presentazione del progetto “Piccoli laboratori di sicurezza tra l’Adige e il Po “,presentato in prima giornata(5 maggio) dal dott.Pasquale Marchetto e dalla dott.ssa Loretta Tocchio.
La prof.ssa Bisi ha esposto ,quanto e come ,il senso di insicurezza ,la difficoltà delle persone ad affidarsi,il conseguente senso di debolezza soggettiva e collettiva,”in quanto non possiamo esercitare un controllo totale “,tale da rassicurare il cittadino., crei motivazione congrua ad attivare il progetto/azione presentato al primo festival della Sicurezza di San Bellino.
Tale progetto di “Piccoli laboratori di sicurezza tra l’Adige e il Po”,ha lo scopo di formare gli amministratori pubblici,gli operatori diPolizia Locale,i rappresentanti delle Forze di Polizia e il consesso sociale ,migliorando le professionalità atte all’intervento di lotta all’insicurezza,valutandone la fattibilità,la possibilità del cambiamento,con la partecipazione e la consapevolezza del cittadino e delle forze dell’ordine preposte a ciò,questo lo scopo e l’essenza dei laboratori presentati.

L’intervento del dott.Romani chiarisce come l’attenzione su queste problematiche legate al proliferare delle mafie,ormai presenti in tutto il territorio nazionale abbia fatto si che si creasse “AVVISO PUBBLICO

Non sapevo cosa fosse “Avviso pubblico” fino a questo incontro,in effetti è la rete di “Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie “,nata nel 1996 dalla volontà di amministratori locali del nord e del sud,come spiega Romani,in quanto “le mafie sono forti perchè organizzate,per cui dobbiamo organizzarci anche noi “.C’è chi opera per creare insicurezza che disgrega,mentre d’altro canto la mafia con i suoi rituali crea sempre piu’ i legami di appartenenza,quindi la necessita di fare si che il cittadino si senta “parte” del tessuto e del contesto sociale in cui viveLa mafia ha una penetrazione strisciante,crea dipendenze economiche,i favori,Ruotolo disse ” noi non dobbiamo essere temuti,noi dobbiamo essere voluti bene “e cosi avviene la colonizzazione di settori insospettabili,come in certe libere professioni,ad esempio atti di notai compiacenti,come ha verificato “l’indagine Serpe”,a proposito di atti bancari ,cessioni di quote ,ecc.E’ COSI CHE I TERRITORI OTTIMALI PER QUESTE AZIONI CRIMINALI,SONO QUELLI TRANQUILLI IN CUI VI E’ DA PARTE DELLE MAFIE LA RICERCA DEL CONSENSO SOCIALE,QUESTA è LA LEGGE DEL MERCATO CRIMINALE.
Tutto ciò conferma la necessità di fare formazione alla polizia municipale,controllare l’ufficio anagrafe per capire chi chiede la residenza,da dove proviene,chi vuole venire ad abitare in questo territorio,abbiamo visto la situazione di emergenza in cui si sono venute a trovare regioni come il Veneto,l’Emilia Romagna,in cui in modo strisciante le mafie hanno preso possesso di fabbriche ,con l’illusione di portare capitale,mentre in realtà si appropiavano in modo apparentemente legale di proprietà e profitto,creando nuove vittime.
Ulteriori conferme arrivano dal dott.Stefano Rossi e la necessità di avere capacità ed attitudine all’ascolto del cittadino ,con conseguente necessità di dotare di strumenti adeguati ,di formare le forze municipali,ricordo ancora con piacere quando si fecero seminari per la polizia di stato,in contrai tante persone attente,desiderose di sapere come poter intervenire in situazioni delicate ,in emergenze in cui dover comunicare la morte di un familiare ,o intervenire in una lite familiare,lo stress che giovani agenti assorbivano senza la possibilità di essere tutelati nelle loro umane reazioniRicordavo alla fine del consesso .al dott.Rossi come ci eravamo incrociati anni prima in un grave caso di sequestro di una minore con atti di violenza sessuale da parte di un gruppo e come grazie alla disponibilità della vittima e degli agenti,ricostruimmo ,di notte il percorso fino a riconoscere il luogo e identificare i colpevoli,cosi per un caso di sfruttamento di 2 sorelline,da parte di genitori che le cedevano a pedofili,ancora chiari quei momenti in cui come consulente tecnico del giudice e vittimologa,con l’ausilio di agenti di polizia giudiziaria adeguatamente sensibilizzati riuscimmo amettere in sicurezza queste vittime.
La dott.ssa Sette sottolinea come l’attività per la prevenzione alla criminalità sia di fatto limitata,non vi è preparazione criminologica nè vittimologica per gli operatori del settore.
Alle conclusioni durante il dibattito,ho chiesto come mai si permettano in modo legale l’apertura di luoghi in cui,chiaramente criminalità e vittimizzazione coesistono,mi riferisco al proliferare di sale slot,in cui vi è una tutela estrema dei giocatori,sale oscurate,tutela della privacy,ma le vittime,che arrivano poi,preda della dipendenza,ad atti di violenza su sè stessi e familiari,non vengono tutelati,cosa fanno le forze dell’ordine come controllo del probabile riciclaggio di grandi flussi di denaro? ho anche detto come avessi proposto con la rivista VITA,DI POTER METTERE AL DI FUORI DI QUESTI LUOGHI GRUPPI DI VOLONTARI DISSUASORI,MA NO! NON SI PUO’..
SULL’ONDA DI QUESTA SOLITUDINE DELLA VITTIMA,REITERATA ANCHE RIGUARDO L’ESERCIZIO DEL DIRITTO CHE SI è CALDEGGIATO ANCOR DI PIU’ L’AVVIO DI QUESTI LABORATORI E LA NECESSITA’DELLA CENTRALITA’ DELLA VITTIMA NEL PROSSIMO FESTIVAL DI SAN BELLINO,IN ME LA CERTEZZA DEL CORAGGIO E DELLA LEALTA’ DA PARTE DEI PROMOTORI,SPECIE CON IL PROF.BALLONI E UN SINDACO COME IL DOTT.ALDO D’ACHILLE
grazie
Maria Rosa Dominici

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Maria Rosa DOMINICI

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psicologa,psicoterapeuta vittimologa,membro dell'Accademia Teatina delle Scienze,della New York Academy ofSciences,dell'International Ass. of Juvenile and Family Court Magistrates,della Società Italiana di Vittimologia,della W.S.V.,dell'Ass.internazionale di Studi Medico Psico Religiosi.,docente di seminari di sessuologia, criminologia e vittimologia in università Italiane e straniere,esperta per progetti Daphne su tratta di minori e sfruttamento sessuale,creatrice del progetto Psicantropos,autrice di varie pubblicazioni,si occupa di minori e reati ad essi connessi da 40 anni.

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