categoria | Pedofilia, Vittimologia

Il lupo,il bosco,Cappuccetto Rosso,di Clelia Martinis

Inserito il 26 gennaio 2018 da Maria Rosa DOMINICI

Traggo da riflessioni di Clelia Martinis,che con sensibilità coglie interazioni e simboli dimostrando ,da donna d’arte e cultura,che questi non sono prerogativa di psicologi o psicanalisti,ma possono essere letti e percepiti di chi ha animo sensibile e fantasioso tale da esprimersi con il linguaggio del visionario,grazie

La favola di Cappuccetto Rosso continua ad affascinare bambini e adulti; è una metafora che condensa i tratti universali dell’esperienza dell’amore patologico: la bambina, il lupo, il bosco.
Una relazione da sempre e da subito buia e vuota, tanto inquietante e pregna di angoscia quanto intrisa di fascino e di seduzione, perché riempita dalle aspettative fiabesche dei suoi protagonisti.
Nella favola, come nella realtà, i personaggi del dramma interagiscono da soli in un bosco fitto, dove intrecciano dialoghi paradossali, al limite dell’onirico.
La bambina s’intrattiene con la belva anziché chiedere aiuto o fuggire, l’animale non azzanna come dovrebbe ma tergiversa, osserva chiede, quasi fosse più interessato alla seduzione che conduce alla cattura che alla cattura stessa.
La fiaba sembra svelare un aspetto inquietante della realtà: le vittime più appetitose sono quelle rese accondiscendenti, quelle che apprezzano il loro cannibale.
L’elemento più importante della storia è, però, il bosco.
Il bosco è il solo luogo in cui i due si incontrano davvero in tutte le versioni della fiaba, è il solo momento di relazione che precede l’abuso e il massacro.
La relazionale distruttiva è rappresentata nel racconto dal bosco tetro e solitario.
La comunicazione ambigua tra il lupo e la bambina è il luogo in cui si realizzano i presupposti del tragico finale.
Nelle relazioni malate, i sintomi sono bavagli di persone che urlano perse nel bosco.
Sono ciò che impedisce loro di vedere se stesse come vittime consenzienti, di riconoscere il carnefice e di sottrarsi alla relazione malata.
È difficile per chi vive il dramma della violenza morale comprendere che il dolore che lo avvinghia con ostinazione vegetale viene dal compagno lupo o, per meglio dire, dall’incrollabile e cupa interazione cui si costringono entrambi.

grazie a Clelia Martinis,
sono caratteristiche che riscontro in vittime di pedofili,in chi resta intrappolato in relazioni invischianti,in chi diventa oggetto e non soggetto d’amore
Maria Rosa Dominici

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Maria Rosa DOMINICI

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psicologa,psicoterapeuta vittimologa,membro dell'Accademia Teatina delle Scienze,della New York Academy ofSciences,dell'International Ass. of Juvenile and Family Court Magistrates,della Società Italiana di Vittimologia,della W.S.V.,dell'Ass.internazionale di Studi Medico Psico Religiosi.,docente di seminari di sessuologia, criminologia e vittimologia in università Italiane e straniere,esperta per progetti Daphne su tratta di minori e sfruttamento sessuale,creatrice del progetto Psicantropos,autrice di varie pubblicazioni,si occupa di minori e reati ad essi connessi da 40 anni.

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