Il teatro carcere,come libertà psicosomatica,l’esperienza socialmente positiva per i giovani dell’IPM
Inserito il 28 luglio 2020 da Maria Rosa DOMINICI
è morto Gianrico Tedeschi,attore che ha accompagnato con il suo volto teatrale, anni della mia vita,aveva 100 anni ed ha recitato sino all’anno scorso,eclettico e umano,un volto familiare,un uomo che scelse,come lui stesso ha detto
“di diventare attore durante la prigionia”….
Ecco il senso profondo della libertà che il recitare può dare a chi vive il restringimento forzato del proprio spazio fisico e sociale,,la carcerazione…
.Il teatro ,con la fantasia,l’immaginario insito in esso ,stimola come evasione,mentale,psichica,emotiva,fisica,l’ essere altro…
….era ciò che percepivo quando,come Giudice Onorario partecipavo agli spettacoli teatrali dei ragazzi dell’IPM di Bologna con la regia di Paolo Billi,credo si sia iniziato insieme il periodo di questi 2 diversi ruoli nella Giustizia Minorile,era il 1989….in quegli anni e in quel contesto creai e nacque il mio Progetto Psicantropos,prima con i giovani detenuti,poi su loro consiglio nelle scuole
“cosi se imparano fin da bambini,non finiranno come noi”
il consiglio di Tarek giovane detenuto magrebino e altri che ho nel cuore e nella mente,ancora,dopo tutti questi anni
Questa storia della liberta nell’attività teatrale…prosegue fino ai giorni nostri con l’ottima iniziativa di formazione con la Patascuola Teatro Carcere che Billi e i suoi collaboratori hanno creato…e io ne sono felice sostenitore e orgogliosa di farne parte come vittimologa con sessioni teorico esperienziali,è importante che chi si appresta ad entrare come operatore conosca la presenza dei rischi del coinvolgimento ,la capacità di creare il limite e la giusta distanza fra emozioni e sensazioni …L’ambivalenza esistente fra vittima e agressore,da sempre un Giano Bifronte….
Grazie Gianrico Tedeschi